Cantina Cembra

Cantina Cembra: la nuova etichetta e solo 5 vini in produzione

Cantina Cembra, in Trentino Alto Adige, cambia passo e fa la rivoluzione: dalle 12 etichette passa a soltanto 5, tutti vini rappresentativi della zona naturalmente.

“Si tratta della rinascita della cantina – afferma l’enologo Stefano Rossi – che arriva a settant’anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1952. All’inizio i pochi soci si sono messi insieme e vendevano il vino a prezzi bassi. Oggi, invece, siamo arrivati a 300 soci, per 300 ettari complessivi”. Con una media di un ettaro a testa, qualche eccezione per chi possiede piccoli appezzamenti: “Sono persone umili e grandi lavoratori. C’è un impegno annuale di mille ore per ettaro. L’obiettivo dei singoli contadini è lasciare i vigneti ai figli, per tramandare la terra”.

Cantina Cembra ha un ruolo importantissimo: “Il nostro obiettivo è selezionare i migliori vigneti, vinificarli separatamente e vedere insieme come possano comunicare al meglio la valle di Cembra”. C’è la vigna delle Forche, a 900 metri d’altitudine, il più alto della vinificazione in Trentino: “Noi dobbiamo comunicare la forza di queste terre, nel suo insieme. Cembra deve essere considerata come un unico ‘cru’”.

Stefano Rossi, enologo

Tra le bollicine, ha resistito Oro Rosso, che prende il nome dal porfido di cui è ricco il terreno che dà vita alle uve: si tratta di un Trentodoc, realizzato di Chardonnay in purezza. “La gamma di prodotti si è ristretta: dai tre spumanti di prima, ora realizziamo solo questo Pas Dosé Riserva millesimato”.

Il Muller Thurgau 2020 è prodotto da uve coltivate sempre a 900 metri: “Non lavoriamo più in iperriduzione, ma cerchiamo di far emergere il territorio, con un affinamento sulle fecce fini per un anno abbondante, prima dell’imbottigliamento. Esce un anno dopo i normali Müller d’annata”. Lo Chardonnay punta sulla complessità: anche in questo caso annata 2020, un passaggio in barriques per circa il 20 per cento. Viene fuori un vino piacevole all’olfatto, senza eccessi di frutta esotica e vaniglia, con variazioni su spezie dolci.

Abbiamo quindi il Riesling 2020, vino oggi giovane che ha bisogno di più tempo per esprimersi al meglio. L’unico vino rosso rimasto è il Pinot Nero: “Abbiamo allungato la permanenza sulle bucce con uva diraspata a bassa temperatura, poi aumentiamo la temperatura per altri 10 giorni e ancora per altri 10 giorni dopo la fermentazione. Metà del vino va in legno, mentre il 25% viene portato in anfora con le vinacce per 4 mesi, senza effettuare la malolattica”.

La rinascita della cantina arriva anche dal nuovo simbolo: l’etichetta è rappresentata infatti da un triangolo, che evoca immediatamente la montagna.


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