Calice di vino rosso

Etichette sui prodotti alcolici: i sì e i no

Entro fine 2022, lo ha proposto la Commissione europea, ci dovrà essere in etichetta l’indicazione di ingredienti e valori nutrizionali del vino. Entro il 2023 un’altra con i possibili rischi dovuti all’assunzione di alcolici. Un’iniziativa che si inserisce nel progetto europeo di lotta al cancro, lanciato nel febbraio del 2021. L’Agenzia internazionale per la ricerca contro il cancro dell’Oms, fin dal 1998, considera anche piccole quantità di alcol cancerogene. Come fa sapere l’Istituto superiore della sanità, in Europa, solo nel 2018, ha provocato 92 mila decessi e 180 mila casi, l’11 per cento causati da consumi quotidiani e moderati, non eccedenti una bottiglia di birra, pari a 500 ml, due bicchieri di vino, 200 ml, o 60 di superalcolici al giorno.

La proposta di etichettatura ha diviso l’opinione pubblica. In realtà, passi verso una maggiore trasparenza in etichetta sono stati già fatti: a ottobre del 2021 le aziende europee hanno detto di sì a una piattaforma creata dal Comitè Européen Entreprises Vins (Ceev) e da Spirits Europe, che hanno dato vita alla U-label, un codice Qr per dare la possibilità ai consumatori di reperire informazioni nelle 24 lingue ufficiali della Ue.

Birra

Ma, come detto, si sono adesso formati due partiti. Chi è contrario all’inserimento di etichetta nutrizionale e ingredienti, dice di aggiungere ciò che manca, aggiornando le etichette virtuali alle nuove normative. Sono contrarie alla proposta le associazioni per la promozione della salute, tra cui la Alcohol Policy Alliance e Florence Barteletti, segretaria generale di Eurocare e membro dell’European Public Health Alliance, che si oppone all’idea di etichette virtuali: “Vogliamo quelle informazioni in etichetta”.

“Se non si renderà obbligatoria l’indicazione in etichetta, gli europei continueranno a considerare l’alcol come uno dei tanti prodotti ‘normali’, come il pane e il burro. Ma non lo è affatto, e se gli europei non lo comprendono, continueranno a essere tra i massimi consumatori al mondo, e a pagarne le conseguenze”. Eurocare precisa di non volere misure restrittive, ma semplicemente veicolare il messaggio alcol: meno è meglio.


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