Etichette in sala operatoria: le sacche di sangue

In sala operatoria tutto deve avere un’etichetta per la sicurezza del personale sanitario, del chirurgo e del paziente, naturalmente. Dalle garze alle siringhe, dai farmaci ai dispositivi medici tutto deve essere chiaro e leggibile per non fare errori. E naturalmente tutto deve essere sterilizzato, altrimenti non può entrare in sala operatoria.

Questa è considerata un’area critica in un ospedale. Arrivano pazienti che hanno bisogno di pronta e massima assistenza. Serve dunque che tutto sia documentato e in ordine. Le etichette devono aderire perfettamente. Dimensioni, colori e caratteri del testo sono scelti con la massima cura. All’interno ci devono essere lotto di produzione e scadenza, e devono essere leggibili nel tempo.

Oltre alla resistenza alla sterilizzazione, devono possedere altri requisiti che sono considerati fondamentali: una buona resistenza chimica, resistenza alle basse temperature fino a -50 gradi e buona adesione su diverse superfici.

Tra le altre, in una sala operatoria, ci sono le sacche di sangue, che hanno bisogno di etichette particolari. L’etichettatura di questi prodotti rappresenta una delle applicazioni più sensibili nel settore medico perché le etichette utilizzate devono soddisfare una serie di rigorosi requisiti, che non dipendono dal materiale scelto per la realizzazione della sacca. Solitamente, sono due le etichette: la prima serve a identificare il costruttore per identificare il prodotto che conterrà, la seconda – che può essere applicata anche sopra alla prima, incorpora la personalizzazione del donatore e quindi informazioni come gruppo sanguigno, codice a barre del paziente e codice del prodotto.

Devono inoltre tollerare un numero di condizioni climatiche eccezionali, tipo la surgelazione a -80 gradi centigradi, il successivo scongelamento in acqua calda a 30 gradi per almeno dieci minuti.


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