Etichette per l’erboristeria: quali sono i prodotti, chi può commercializzarli

Anche il settore dell’erboristeria, naturalmente, necessita di etichette ad hoc. In particolare, etichette che siano resistenti a un contatto lungo con l’acqua. Ma quali sono i prodotti del settore erboristico? Sono gli alimenti comuni, gli alimenti destinati ad alimentazione particolari, gli integratori alimentari e i novel food. Non rientrano invece in questa categoria i medicinali, i cosmetici, le sostanze stupefacenti, il tabacco, i mangimi, gli animali vivi, i vegetali prima della raccolta, i residui e i contaminanti.

Tutti gli alimenti devono essere prodotti, trasformati e distribuiti secondo norme igieniche dettati dal reg. CE 852/04, in conformità con le procedure del sistema Haccp, in locali che abbiano ottenuto l’autorizzazione sanitaria comunali e che abbiano i requisiti minimi obbligatori per la produzione e il confezionamento alimentare (articolo 28 D.P.R. 327/80). Possono essere commercializzati da qualsiasi operatore del settore alimentare in possesso dei requisiti morali e professionali previsti dal D.lgs 59/10 art.71. Per la somministrazione di alcolici, è necessaria la licenza fiscale rilasciata dall’Ufficio delle Dogane.

Questi alimenti non possono presentare proprietà atte a prevenire o curare malattie. All’articolo 13 del D.Lgs 109/92 si parla più precisamente di etichettatura e claim dei prodotti alimentari. Delle informazioni obbligatorie da apporre in etichetta (nome, ingredienti, quantità, scadenza, nome e sede del produttore, lotto). Gli alimenti possono avere claim salutistici purché l’effetto fisiologico benefico sia confermato da dati scientifici generalmente accettati (regolamento CE 1924/2006).

Quali sono gli alimenti comuni dell’erboristeria? Qui troviamo tisane, spezie, succhi, liquori, caramelle e prodotti composti in prevalenza da piante officinali largamente acquisite da tempo nell’uso domestico, nell’alimentazione, nella correzione organolettica dei cibi e comunemente ritenute innocue. Non possono presentare impieghi terapeutici, ma possono indicare proprietà in grado di favorire le normali funzioni fisiologiche dell’organismo. Solo gli erboristi titolati e i farmacisti possono produrre, trasformare, miscelare e commercializzare prodotti a base di piante officinali, gli erboristi senza titolo possono vendere esclusivamente prodotti alimentari preconfezionati o preincartati.

Per alcune piante (cimifuga, arancio, iperico, gingko) in etichetta vanno scritti gli apporti massimi e altre particolari avvertenze.

Tra gli alimenti destinati a un’alimentazione particolare sono invece annoverate formule per lattanti e per lo svezzamento, alimenti per la prima infanzia, per il controllo del peso, destinati a fini medici speciali, con scarso tenore di sodio per ipertesi, senza glutine per celiaci, per sportivi, per diabetici e privi di disaccaridi (lattosio).

Gli integratori alimentari possono essere commercializzati solo in forma preconfenzionata, quindi predosata in capsule, compresse, gomme da masticare, bustine e flaconi. Le confezioni non possono essere aperte o modificate. Anche questi prodotti necessitano della notifica di etichetta al Ministero e vengono prodotti in stabilimenti autorizzati sotto la supervisione di un laureato magistrale.

I prodotti di novel food sono tutti i prodotti erboristici di origine esotica. Parliamo di alimenti con struttura molecolare nuova o modificata; alimenti costituiti o isolati da microrganismi, funghi o alghe; alimenti costituiti o isolati da vegetali o animali; alimenti sottoposti ad un processo di produzione non generalmente utilizzato. Anche gli alimenti tradizionalmente usati in Paesi terzi all’UE sono considerati novel food. Non rientrano in questa categoria gli alimenti OGM.

Gli alimenti arricchiti sono alimenti trasformati con aggiunte di minerali, vitamine o altre sostanze (estratti vegetali). Tra gli altri, ci sono i cereali utilizzati per la prima colazione.


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