Il Gruppo Elior (leader nella ristorazione collettiva con 5 milioni di pasti serviti al giorno tra Europa Usa e India) avvierà da gennaio avvierà il test del Nutri-score nei piatti in 2 ristoranti aziendali a Parigi.
La Francia sperimenta l’etichetta a semaforo nelle mense. Una novità che introduce anche il “Nutri-score” fuori dal comparto dell’industria alimentare. Ma in primis introduce il test sull’etichetta “a semaforo” all’interno della ristorazione collettiva, paventando l’ipotesi che a breve termine possa entrare in tutta la ristorazione.
L’etichetta a semaforo o Nutri-score è il contestato stema messo a punto dai francesi e che assegna un colore (dal rosso al verde) agli alimenti considerati più o meno dannosi per la salute a seconda del loro contenuto di grassi, zuccheri e di sale. L’algoritmo made in France ha la pesante controindicazione per il made in Italy di bollare come dannosi per la salute prodotti fondamentali della cucina italiana come i formaggi grana, il prosciutto crudo o addirittura il perno della Dieta Mediterranea, l’olio d’oliva. In risposta a questa iniziativa che la Francia ha al momento adottato nei suoi confini ma che punta ad estendere in Europa, l’Italia, grazie all’iniziativa di Federalimentare, ha messo a punto uno strumento alternativo: l’etichetta a “batteria”. Un sistema che punta a valutare non il singolo prodotto ma le quantità con le quali viene consumato all’interno di una dieta.
«Impostare il Nutri-Score nella ristorazione – ha spiegato direttore generale di Elior, Philippe Guillemot – è molto più difficile che nell’industria alimentare. Perché in quest’ultima ci si limita a valutare un singolo prodotto mentre la ristorazione è un settore nella quale le ricette sono variabili e non standardizzate. Per questo – ha proseguito Guillemot – valuteremo le nostre migliaia di ricette attuali, quindi ne creeremo di nuove che mireranno al miglior punteggio possibile. Tuttavia siamo consapevoli che mangiare bene non significa consumare un pasto classificato come A o come B. Anche la dimensione del piacere è molto importante. Per questo dobbiamo conciliare il gusto con una dieta sana e ben preparata».
L’iniziativa francese è vista con qualche scetticismo dal presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio. «Il nostro principale timore – ha detto – è che dietro gli aspetti nutrizionali in realtà ce ne siano altri di marketing e di mercato. Oggi l’Italia vanta la cucina più seguita e ricercata al mondo. Un primato che abbiamo raggiunto ai danni dei francesi e temo che la riconquista di questa leadership, anche penalizzando il made in Italy, sia alla base di queste loro iniziative. L’etichetta a semaforo francese sarebbe per noi una sciagura peggiore dei dazi Usa».