Etichette per il manifatturiero: cosa contengono

Nel settore manifatturiero le etichette devono essere prodotte con materiali utilizzabili su superfici diverse, per lunghe durate e per resistere alle diverse condizioni ambientali. Alcune etichette devono soddisfare i requisiti relativi alle spedizioni internazionali di materiali pericolosi via mare; in questo caso, saranno simboli e pittogrammi a classificare le sostanze chimiche in base al loro utilizzo e al trasporto, indicando sull’etichetta il grado di pericolosità. Ma questo, naturalmente, è solo uno dei tanti esempi di impiego dell’etichettatura nel settore manifatturiero.

Nel settore calzaturiero, altro esempio, possono essere commercializzate – in Italia – solo calzature etichettate secondo la normativa vigente. Su almeno una delle calzature, deve essere indicato il materiale di cui è composta ciascuna parte della scarpa per almeno l’80 per cento. Se nessun materiale raggiunge questa soglia, devono esserci indicazioni sulle due componente principali. L’etichetta può contenere simboli o informazioni in italiano sui materiali usati e le relative parti della scarpa a cui si riferiscono. L’etichetta può essere stampata, incollata, goffrata o applicata a un supporto attaccato, deve essere visibile, applicata saldamente e accessibile al consumatore. Le dimensioni dei simboli devono essere sufficienti a rendere agevole la lettura delle informazioni. L’etichetta non deve indurre in errore il consumatore. Ci possono essere, infine, altre scritte, in una delle lingue ufficiali della Comunità europea.

Per tracciare i prodotti della manifattura si stampano etichette con Rfid. Possono esserci, in ogni etichetta, dati variabili, codici progressivi o variabili alfanumerici, a barre, Qr Code, Rfid o con elementi che cambiano nella forma, nel soggetto e nel colore.

Negli ultimi anni si sono andate affermando, anche in questo campo, le etichette che rispettano l’ambiente.


Lascia un commento