Succhi di frutta: le etichette volute dall’Ue

A fine gennaio del 2012 l’Unione Europea ha fatto chiarezza sulle etichette per bottiglie e tetrapak, dunque anche per i succhi di frutta. La grande novità è stata il dover aggiungere nel nome anche l’eventuale presenza, in quantità modesta, di un secondo frutto (per esempio, succo a base di pesca ma con un 5% di albicocca). Un’altra novità il divieto di allungare il succo di arancia con quello di mandarino e l’addio agli zuccheri aggiunti. Possono essere dolcificati soltanto i nettari. La normativa sui succhi di frutta risaliva a dieci anni prima, giusto dunque svecchiarla.

Si punta dunque alla trasparenza degli ingredienti. Se nel tetrapak c’è un 10 per cento di ananas e tutto il resto è mango, l’etichetta dovrà riportare la dicitura: “Succo e polpa di mango e ananas”. Fa eccezione solamente il limone. Quando i succhi sono composti da tre o più frutti, c’è la possibilità di definirlo “succo misto”.

Niente più zuccheri aggiunti nei succhi di frutta, solo nei nettari, ossia a base di purea di frutta con in più l’acqua. In questi ultimi possono essere aggiunti zucchero naturale o edulcoranti artificiali. L’etichetta lo deve però dire chiaramente. Se c’è saccarina, non è più possibile scrivere “senza aggiunta di zucchero”, perché si ingannerebbero i consumatori. Quello di allungare il succo d’arancia con il mandarino era un malcostume molto utilizzato in Usa e Brasile. “Secondo gli standard internazionali, un succo d’arancia può contenere non oltre il 10 per cento di succo di mandarino, che contribuisce al colore e al gusto”. Se si aggiunge il mandarino, come per gli altri succhi a due o più frutti, bisognerà aggiungerlo nel nome.

Sempre con la nuova normativa del Parlamento europeo, si è data la caccia agli additivi: solo vitamine e sali minerali autorizzati possono essere aggiunti.


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