I prodotti surgelati hanno una loro normativa sull’etichetta e su cosa debba contenere. La confezione, in questo caso, ha un duplice scopo: proteggere e salvaguardare il prodotto interno e dare informazioni importanti al consumatore che potrà così effettuare un acquisto il più consapevole possibile, mentre si aggira tra i frigoriferi della grande distribuzione.
Per legge, l’etichettatura deve contenere queste informazioni: la denominazione di vendita, accompagnata dalla dicitura ‘surgelato’; la quantità netta dell’alimento; il termine minimo di conservazione, ossia il periodo entro il quale l’alimento surgelato può essere conservato senza subire perdite in termini qualitativi; le linee guida per la corretta conservazione del prodotto dopo l’acquisto, in funzione della potenza refrigerante del singolo congelatore; la lista degli ingredienti, in ordine decrescente rispetto alla quantità utilizzata nella preparazione finale; le istruzioni d’uso per un consumo ottimale del prodotto; il lotto di produzione; il marchio o la ragione sociale del produttore; la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento; l’avvertenza di non ricongelare il prodotto, una volta scongelato, con l’invito a consumarlo entro le 24 ore successive.
Per i prodotti ittici surgelati, ci sono indicazioni ulteriori che devono comparire obbligatoriamente sull’etichetta che li accompagna: indicazione della specie ittica di appartenenza; metodo di approvvigionamento, specificando se i tratta di pesce pescato in mare o allevato; il luogo di origine, ossia la zona di cattura in caso di prodotto pescato, o il Paese di provenienza dei pesci allevati.
In questo modo, tutta il percorso nella filiera sarà rintracciabile minuziosamente e, sulle nostre tavole, arriverà un prodotto di cui sapremo ogni cosa.