Il blockchain per un ecosistema alimentare intelligente e sostenibile 

Per spiegare cos’è il blockchain e quali sono le sue grandi ambizioni sul mercato alimentare è necessario partire da lontano.

Il mercato alimentare e il ruolo del blockchain – Il mercato agroalimentare oggi vale cifre astronomiche. In questo contesto i consumatori mondiali chiedono ai produttori maggiore trasparenza, vogliono conoscere la storia del prodotto che acquistano, vogliono immergersi in questo settore. Il mercato alimentare italiano  vale circa 133 miliardi di euro, con una offerta di lavoro che coinvolge 3,2 milioni di persone. Prima di tutto è una questione di Made in Italy, di riconoscibilità, di autenticità. La tracciabilità, infatti, è lo strumento più potente per combattere i nemici giurati del “Made in” più famoso del mondo. Stiamo parlando di due fenomeni tristemente noti alle cronache: l’Italian Sounding e la Contraffazione.

L’Unione Europea ha stabilito che, dal 1° gennaio 2005, gli operatori del settore alimentare devono fornire obbligatoriamente le indicazioni relative alle origini dei prodotti e a chi è intervenuto nelle singole fasi di produzione lungo tutta la filiera. Carne, uova e prodotti ortofrutticoli, dunque, devono riportare sulla confezione tutte le informazioni necessarie per ricostruire il percorso di un alimento, dalla fase produttiva al piatto in tavola.

E in futuro? La parola chiave è appunto Blockchain.

La blockchain è la tecnologia che sta acquisendo progressivamente una sempre maggiore popolarità nelle supply-chain di qualsiasi tipo di settore, affermandosi come una soluzione cruciale per la verifica della provenienza di un prodotto e per l’implementazione di soluzioni track-and-trace lungo tutta la filiera di distribuzione. Siamo in un mondo in cui con il tuo cellulare, seduto comodamente a tavola, puoi conoscere in pochi secondi tutto, ma proprio tutto, sulla tracciabilità alimentare di ciò che hai nel piatto e nel bicchiere. Perfino i dettagli di origine dell’azienda produttrice, i numeri di lotto, le indicazioni sulla lavorazione, le date di scadenza, lo stoccaggio, la data di spedizione… Un mondo in cui, con pochi click, puoi risalire facilmente a quale tipo di uva è stato utilizzato per produrre il vino contenuto nella bottiglia che stai mettendo nel carrello. Un mondo, insomma, in cui ciò che acquisti e che porti in tavola non ha più segreti per te. Sicurezza e trasparenza garantite al 100%! Fantascienza? No. Realtà. In atto. Frutto di questa tecnologia rivoluzionaria chiamata blockchain.

La “catena dei blocchi”, l’innovazione 4.0 che sta trasformando il modus operandi di molte imprese in tutto il mondo con ricadute positive su tutti gli attori delle filiere di distribuzione di prodotti e servizi, dal produttore fino al consumatore finale. Finora appannaggio del mondo della finanza, la blockchain sta trasformando anche il settore del food e dell’agroalimentare in particolare. Secondo le stime globali dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, ogni anno 60 milioni di persone si ammalano a livello mondiale a causa di cibi non idonei agli standard qualitativi. Molte delle questioni critiche che incidono sulla sicurezza alimentare come la contaminazione, le malattie di origine animale, la gestione dei rifiuti e l’onere economico dei richiami di merci corrotte, si basano sulla mancanza di accesso alle informazioni di tracciabilità alimentare. La blockchain promette di essere la soluzione. Sono state avviate grandi manovre internazionali per istituire una blockchain per la tracciabilità agroalimentare da una cordata di aziende a cui si sono consorziati una serie di partner del calibro di Driscoll, Golden State Foods, Kroger, McCormick e Company, McLane Company, Tyson Foods e IBM. La blockchain a supporto dell’universo alimentare, dunque.

Basti pensare che giganti come Walmart, Nestlé, Unilever, Dole e Carrefour stanno conducendo sperimentazioni per integrare un nuovo modello di tracciabilità alimentare capace di impostare un modello quantitativo e qualitativo delle informazioni condivise lungo l’intera filiera del food. 

Quale è dunque l’importanza rivoluzionaria di questa tecnologia?

Aumenta la sicurezza, la velocità e la riservatezza delle informazioni lungo tutta la filiera. Gli analisti di Cb Insight hanno evidenziato che la rivoluzione blockchain potrebbe trasformare radicalmente l’industria alimentare globale. Inoltre, secondo uno studio dell’ Oklahoma State University, i vantaggi economici legati all’utilizzo della blockchain nel comparto allevamento porterebbero a un risparmio fino all’80% sui sistemi di tracciabilità. Infine un recente studio del Food Marketing Intitute ha evidenziato che il 44% dei consumatori esige informazioni dettagliate sulle modalità di produzione del cibo acquistato; circa il 43% vuole sapere in che modo i prodotti sono stati trattati, se organici, ogm o privi di conservanti. Tuttavia il 75% non si fida di quanto riportato sulle etichette. In questo caso la tecnologia blockchain consentirebbe agli utenti di tracciare tutte le fasi della filiera contemporaneamente e in tempo reale. Il made in Italy vuole essere in prima fila in questa rivoluzione della tracciabilità alimentare che promette la tutela della qualità. Maggiore protezione contro frodi e prodotti contraffatti, nonché drastica riduzione dei costi amministrativi e infrastrutturali. Barilla ha, infatti, avviato, il tracciamento del basilico per i sughi pronti, mentre il Bacio Perugina si avvale della blockchain per evitare il rischio di contraffazioni. Sulla stessa linea Italia Carrefour e Coop. Anche il Gruppo Italiano Vini ha avviato un progetto di tracciabilità, mentre EY Italia ha studiato una soluzione di Wine blockchain.


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