La carta termica: quando viene utilizzata?

La carta termiche, che utilizziamo tra le altre cose anche per le stampanti, differisce dagli altri tipo di carta sostanzialmente per la sua composizione chimica.

Questo fa sì che la carta termica abbia bisogno di una fonte di calore per “attivarsi”. 

La carta termica, composta da uno strato semilucido, è coperta da un’emulsione composta da un colorante e dallo specifico reattivo. Quando la carta va in stampa, la testina della stampante, surriscaldandosi e sfiorando il foglio, attiva la reazione tra il colorante e il reattivo generando l’immagine sulla carta.

Così come il calore attiva la reazione che ne determina la colorazione del foglio, allo stesso modo ne causa lo scolorimento e la perdita dell’immagine. Infatti, se esposta per un po’ di tempo a una fonte di calore (fiamma o luce solare ad esempio), la carta tende a far scomparire il colore ritornando bianca.

Carta termica: quando viene utilizzata?

La troviamo spesso nei bar, nei negozi o nei ristoranti quando ci rilasciano lo scontrino fiscale fax.

Inoltre, tale tipo di carta viene utilizzata anche in campo medico sanitario per stampare referti clinici o i trend di rilevazione di valori fisici. Tutti questi utilizzi necessitano di carte che, seppur dalla composizione simile, hanno formati e dimensioni differenti a seconda della tipologia di stampa.

Tuttavia, proprio per la sua peciuliarità di essere composta da materiali chimici non è riciclabile e per questo non deve essere gettata insieme agli altri materiali cartacei. Il rischio è quello di compromettere la fase di riciclo della carta.


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