I Mondiali di calcio raccontati attraverso i suoi biglietti

Un viaggio attraverso la grafica dei biglietti delle finali Mondiali di calcio, quelle sfide indimenticabili che hanno consegnato alla storia emozioni uniche, a volte di felicità altre volte di grande amarezza. 

Riguardarli uno dopo l’altro oggi, a quasi 90 anni dal primo mondiale, permette non solo di sfogliare parte della storia calcistica, ma anche di comprendere l’evoluzione generata dal binomio calcio-design.

Questo è il biglietto d’ingresso alla finale Uruguay-Argentina del primo Mondiale della storia. Oggi è considerato un cimelio di raro valore. Vale infatti circa un milione di sterline.

Qui invece siamo in Italia nel 1934, in occasione della finalissima dell’Italia di Pozzo, che si impose sulla Cecoslovacchia. Il biglietto, come tutti quelli di quel periodo e per tanti anni a seguire, è stampato dalla Tipografia Bertello di Borgo San Dalmazzo: mostra un calciatore con il pallone ai piedi nell’atto di effettuare il “saluto romano”; la scritta “Roma”, con effetto 3D potremmo dire oggi, a sottolineare la grandezza della città e dell’Italia. Da notare i tanti “font” tipografici: standard, corsivo, grassetto e calligrafia.

Il 1970 è l’anno che segna l’ingresso del branding nel design dei biglietti, su cui per la prima volta viene rappresentato il logo del Mondiale e indicato l’orario della partita.

Nel 1978, invece,  i biglietti disegnati per il Mondiale ospitato dall’Argentina si ispirano alla grafica solitamente impiegata sui maxi schermi degli stadi e contengono tutte le indicazioni necessarie, dall’orario all’organizzazione della struttura dello stadio.

Per finire, uno dei ticket venduti in occasione di Italia-Francia il 9 giugno del 2006.


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